Per far fronte ad eventuali orfanità “da disturbo” conservo sempre qualche nucleo, con regina giovane, anche piccolo, fino alla fine dei trattamenti. Poi, se tutto va bene e non si rilevano casi critici tra le colonie di produzione, si presenta il solito problema: che cosa ne faccio di questi nuclei che, su appena tre favi, hanno difficoltà a svernare?
Il trattamento autunnale degli alveari in assenza assoluta di covata costituisce una tappa fondamentale, forse la più importante, nella lotta alla varroa.
Siamo più che abituati ad eseguire questo lavoro ormai “di routine” ma non si può dire altrettanto per le api. Infatti pur utilizzando per il trattamento un prodotto a bassissimo impatto come l᾿acido ossalico non possiamo affermare che la pratica stessa dell᾿intervento faccia parte della vita naturale dell᾿alveare.
Sicuramente in questa fase di preinvernamento le api starebbero molto meglio semi-assopite e indisturbate nell᾿attesa dei rigori invernali. Nella maggior parte dei casi i nostri insetti tollerano molto bene gli effetti dell᾿acido ossalico ma può sempre presentarsi qualche reazione inaspettata dovuta al disturbo della colonia da parte dell᾿apicoltore, specie per chi, come il sottoscritto, utilizza l᾿acido ossalico nebulizzato per ottenere la massima efficacia di abbattimento della varroa e si accerta della totale assenza di covata sollevando ogni favo per spruzzarlo con la soluzione.
Per far fronte ad eventuali orfanità “da disturbo” conservo sempre qualche nucleo, con regina giovane, anche piccolo, fino alla fine dei trattamenti. Poi, se tutto va bene e non si rilevano casi critici tra le colonie di produzione, si presenta il solito problema: che cosa ne faccio di questi nuclei che, su appena tre favi hanno difficoltà a svernare? Li lascio affrontare l᾿inverno visto che mi rincresce eliminare qualche regina per riunirli?
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