Noi apicoltori siamo stati – siamo tuttora? – corresponsabili nel nutrire e diffondere denigrazione delle vespe: “aggressive, pericolose, nonché dannose per molte colture”
Bella e stimolante la comparazione di Greca Meloni fra vissuto di api e vespe, pubblicata sul n. 6-2022 di l’apis, per cui alle api viene attribuita sempre di più ogni sorta di qualità positiva, mentre le vespe sono associate alle peggiori attitudini: aggressive, assassine, inutili, fastidiose, pericolose, dannose per le colture, ecc…
Quindi se nel senso comune le api sono buone per l’ambiente, all’opposto il ruolo delle vespe, specie nel linguaggio visivo, è quello di nemico “naturale” di api e uomo.
Mi ha fatto riflettere e tornare alle tante volte per cui mi sono speso per raccontare a viticoltori e frutticoltori arrabbiati per i danni da insetti ai loro preziosi grappoli d’uva o ai frutti maturi, le differenze sostanziali tra api e vespe.
Prima o poi è capitato credo a tutti noi apicoltori, cercare di convincere proprio tramite questa comparazione, citando anche le prese di posizione “illuminate” di agronomi e scienziati, come ad esempio quella del professor Carlo Vidano, pubblicata da L’Apicoltore Moderno nel lontano 1974, proprio negli anni in cui cominciavo a interessarmi d’apicoltura.
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