Acido ossalico gocciolato “all’italiana” VS “alla tedesca” – Sanità apistica

Mattia Blonda, Livio Colombari e Livilla Maggi

Su sollecitazione di alcuni associati di Apilombardia, abbiamo indagato e scoperto che in Germania (e più in generale nel Nord Europa), le indicazioni per gli apicoltori su quando gocciolare sono diverse da quelle fornite in Italia. In particolar modo si suggeriscono come temperature ideali quelle comprese tra zero e cinque gradi centigradi, con api chiuse in glomere

Dopo una prima prova di campo Apilombardia, dell’inverno 2021-22 (vedi l’apis n. 7 del 2022) da cui erano emerse indicazioni molto confortanti sull’efficacia di entrambi i modi di somministrazione, abbiamo deciso di ripetere tale prova in due apiari sperimentali associativi, indagando attentamente non solo l’efficacia dei trattamenti
ma anche e soprattutto i loro effetti avversi.

A tale scopo ci siamo dotati di una trappola underbasket per ogni singolo alveare in prova per monitorare la mortalità acuta, e di alcuni Data Logger Sensirion per la
registrazione delle variazioni di temperatura e umidità relativa interne all’alveare in seguito ai trattamenti gocciolati.

Inoltre, abbiamo monitorato la differenza del numero di apitra l’inizio della prova e la fine dell’inverno, tramite l’ormai collaudato metodo ColEval (vedi l’apis n. 1 del 2019).

Obiettivi della prova 2023:
a) verificare e confrontare l’efficacia del trattamento invernale mediante acido ossalico gocciolato con Api-Bioxal con glicerolo pronto all’uso con temperature
ambientali superiori ai 10 °C (Gocciolato “all’italiana”) VS acido ossalico gocciolato con temperature ambientali inferiori ai 5 °C (Gocciolato “alla tedesca”);
b) valutazione della tollerabilità sulle colonie ed effetti collaterali nel successivo invernamento;
c) valutazione della variazione di temperatura interna all’alveare successiva alla somministrazione di acido ossalico gocciolato.

Materiali e metodo
La prova di campo è stata eseguita negli apiari sperimentali associativi Apilombardia di Abbiategrasso (MI) e Curno (BG). Gli apiari, entrambi a conduzione stanziale, sono
costituiti da 30 alveari ciascuno.

Ai fini della prova, i 30 alveari sono stati divisi in due gruppi da 15 alveari per gruppo, omogenei dal punto di vista della forza delle famiglie su base statistica.
Il primo gruppo (tesi A – gocciolato all’italiana) è stato trattato con 5 cc di Api-Bioxal gocciolato per favo coperto da api in una giornata di sole con temperatura
esterne superiore ai 10 °C; il secondo gruppo (tesi B – gocciolato alla tedesca) è stato trattato con 5 cc di Api-Bioxal gocciolato per favo coperto da api con temperature
esterna al di sotto dei 5 °C.

La prova è stata eseguita, in entrambi gli apiari in assenza di covata, indotta tramite blocco artificiale con gabbiette cinesi estensibili in plastica collocate nella zona centrale rispetto alla covata.

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