Che pregi hanno? Che difetti? Chi parte meglio in primavera?
Per più di tre anni abbiamo valutato i pregi e i difetti di arnie costruite con materiali diversi: quelle in polistirolo della ditta Quarti, quelle in plastica della ditta NicotPlast e quelle in legno della ditta Cma di Pitarresi. Abbiamo anche registrato gli andamenti primaverili della covata, delle api e delle scorte, le necessità di alimentazione e le produzioni al primo raccolto.
Scopo della prova. Spesso, nel giro degli apicoltori, si sentono frasi pronunciate come dati di fatto, ad esempio: “l’arnia di plastica è leggera. perfetta negli incastri con gli altri componenti che la completano (coprifavo, fondo), quasi immortale, ha un’ottima resistenza termica e per
questo si produce di più”. “Il polistirolo è fragile, ancora più leggero della plastica, dalla termoresistenza notevole e per questo si produce di più e si consumano meno scorte”.“Il legno è il più pesante, dalla vita breve, difficile negli incastri, poco termoresistente e quindi per questo si produce di meno e si consumano più scorte”. Visto questo gran parlare di materiali diversi dal “classico” legno, lo scopo di questa prova è stato quello di verificare se esistono nuovi materiali di costruzione delle arnie che possono aiutare il lavoro degli apicoltori.
La prova è iniziata il 15 Settembre 2015, è finita il 23 Gennaio 2019. Prova eseguita nel Nord Italia. In pianura ma con le montagne a 20 km. Materiali e metodi. Cinque arnie di legno prodotte da Cma di Pitarresi, 5 di polistirolo prodotte da Quarti, 5 di plastica prodotte da NicotPlast. Siamo partiti travasando nelle arnie 15 famiglie di simile consistenza, sia come covata, che come popolazione e scorte. Le 15 regine erano della stessa età e simili
come genetica, tutte F1.Sotto ogni alveare abbiamo posto una bilan-
cia. L’azienda professionale Zaninetti, dove è stata svolta la prova, mantiene per tutto l’anno i nidi su 10 favi (9 favi più il favo da ma-
schio). Gli alveari sono stati distribuiti in modo che nella postazione fossero tra loro mischiati e non raggruppati a seconda del materiale di costruzione.
Gli alveari sono stati valutati con continuità e frequentemente. Abbiamo annotato: la presenza della regina, la quantità di api, della covata, delle scorte, l’eventuale prelievo o inserimento di favi di covata o di scorte, le necessità di nutrizione. Alla fine di ogni primo raccolto, nel nostro caso si è trattato di quello di acacia, è stata valutata la produzione di ogni alveare, pesando ogni singolo melario. I melari, per tutti i 15 alveari in prova, erano quelli di legno da 9 favi.
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