Facce da fiori – Quattro capriole di fumo

di Valentina Larcinese

Le api, come molti insetti, hanno un bel paio di occhioni composti che sono il miglior
compromesso evolutivo disponibile sul mercato.

Che vuol dire? L’occhio composto non richiede molto spazio ed è leggero, ma di contro la visione che fornisce non è delle migliori dal punto di vista dei dettagli e quindi della risoluzione: l’immagine che le api percepiscono appare sgranata e a bassa risoluzione, perché ricomposta grazie alla percezione dei numerosi occhi semplici detti ommatidi, che ricostruiscono l’immagine proprio come i pixel di tv
e schermi.

Se le api volessero disporre di uno strumento comparabile con la risoluzione media del cristallino umano, che di gran lunga ha una risoluzione migliore, dovrebbero avere degli occhi con un diametro di un metro. Proprio poco funzionali.

Ma perché sarebbero così grandi?

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