Il Cari belga ha promosso un Focus su: apicoltura e cambiamenti climatici – Apicoltura in Andalusia

di Noa Simon

Un confronto, in lingua francese, che si sta concretizzando con la realizzazione di: conferenze web, video, pubblicazioni scientifiche, documenti, post sul Blog www.Butine.info, articoli e interviste pubblicati sulla rivista del Cari, Abeille & C

La redazione di l’apis accoglie con grande interesse questa importante occasione di documentazione e riflessione. Per quanti interessati a iscriversi a conferenze e dibattiti (100 partecipanti massimo), e per accedere alla documentazione: https://cari-evenement.com. Ringraziamo il Cari e Abeille & C. per la notevole e apprezzata disponibilità e condivisione.

Proseguiremo nel tradurre e pubblicare nel tempo buona parte della documentazione disponibile. Di seguito l’intervista ad Ángel Díaz, apicoltore in Andalusia (Spagna). Testimonianze eloquenti sulla stagione apistica 2020

Parte 2 Intervista ad Ángel Díaz

Realizzata da Noa Simon con la collaborazione di Agnès Fayet. Tratto da Abeilles et Cie n° 197 | Traduzione in francese di Agnès Fayet, in italiano di Chiara Concari

Ángel Díaz è un apicoltore andaluso originario di Las Cabezas de San Juan (Siviglia). Dall’inizio degli anni 80, gestisce un’azienda familiare di 600 alveari situata tra le montagne di Cadice, Grazalema, Ronda e Bajo Guadalquivir. È molto coinvolto nel mondo della politica apistica (Coag)
per un miglioramento dell’apicoltura nella nuova Pac e per un miglior controllo dei Mieli provenienti da paesi terzi.

NS – Nel Sud della Spagna, le estati sono molto calde. Come fanno le api ad adattarsi a queste condizioni estreme? E gli apicoltori come fanno?

AD – Estati molto calde, che possono essere viste come un’anomalia in alcuni luoghi, da noi sono normali. È normale che io prepari i miei alveari per questo periodo dell’anno. Sono sicuro che arriverà il caldo e ho un metodo di lavoro di conseguenza. Ci sono 47 °C ed è il 27 luglio. Oggi c’erano 44 °C e abbiamo finito di lavorare alle 12:30. Siamo tornati a casa all’aria condizionata. Abbiamo mangiato. Abbiamo fatto una siesta di 5 ore. Ci siamo alzati alle 19:00 e lavoreremo fino alle due del mattino. E dopodomani ci alzeremo alle sei del mattino, prima del sorgere del sole. Andremo in campo e alle 12:00 saremo di ritorno a casa. Perché gli andalusi non lavorano a mezzogiorno? Perché ci sono 44 °C!

NS – Preparate gli alveari in un certo modo per questo tipo di temperatura?

AD – Noi apicoltori abbiamo sempre in mente l’estate, a partire dal mese di maggio. A maggio, iniziamo a preparare le colonie per l’estate. E cosa cerchiamo? Acqua, che è ciò che mancherà a luglio e agosto. In estate scompaiono le sorgenti naturali, si prosciugano i ruscelli, e anche le piccole paludi inferiori ai 100 m. Non possiamo fare affidamento sulle fonti d’acqua presenti in inverno. In luglio e agosto non ci sarà nulla, ed è per questo che dobbiamo cercare un fiume o un ruscello permanente o una sorgente o dei pozzi permanenti, che sono numerosi in Andalusia, mantenuti dagli agricoltori e dalle antiche tradizioni di allevamento. Le api degli apiari vicini vanno a bere ai pozzi. Alle api non piace l’acqua degli abbeveratoi che mettiamo loro a disposizione. In Andalusia, quando ci sono tre giorni con temperature elevate, l’acqua degli abbeveratoi diventa verde e si trasforma. Alla fine, è meglio fare più chilometri e mettere le api dove possono bere acqua naturale piuttosto che avere degli abbeveratoi che non funzionano affatto. Quindi a maggio stiamo già pensando a luglio e agosto.

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