Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole,
lo qual è iorno, et allumini noi per lui; et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de te, Altissimo, porta significatione.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora luna e le stelle: in celu l’ài formate clarite et pretiose et belle.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate vento et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale a le tue creature dài sustentamento.
Laudato si’, mi’ Signore, per sor’aqua, la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta.
Laudato si’, mi’ Signore, per frate focu, per lo quale ennallumini la nocte,
et ello è bello et iocundo et robustoso et forte.
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre terra, la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.
(Cantico delle Creature, San Francesco d’Assisi 1181-1226)
La nostra realtà è il trucco di magia più riuscito dei nostri sensi. Ci guardiamo attorno e pensiamo che quello che vediamo sia uguale per tutti, vero? Invece non lo è, perché la realtà che ci circonda è filtrata dai nostri meccanismi percettivi.
Vi faccio una domanda: di che colore è l’erba?
“Verde!” mi risponderete. Eppure io vi dico che è verde solo se chi la guarda ha un sistema visivo intatto, dotato di recettori ottici funzionanti.
In particolare, devono essere presenti i coni, recettori ottici (presenti anche nel
sistema visivo umano) per la visione a colori e specifici per lunghezze d’onda
corrispondenti ai colori rosso, verde e blu.
Una persona che è affetta da una certa forma di daltonismo chiamata deuteranopia, il verde non lo vede.
Di fatto, ha un concetto di verde che è molto diverso dal mio. Per il daltonico il verde è quel colore tendente al giallo. Quindi per il daltonico l’erba è gialla, così come per il mio cane, mentre per il mio gatto è di un colore che noi definiremmo grigio.
Di che colore è quindi l’erba del mio prato?
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