La lotta estiva alla varroa: l’esempio di un’azienda di montagna – La mia azienda

di Samuele Colotta

Siamo a quasi 1000 metri slm. Ai piedi di montagne che superano i 3000 m di altezza, Luca Quaranta conduce un’azienda con 400 alveari che movimenta tra le sue montagne e la pianura per seguire le fioriture del
tarassaco, del ciliegio e dell’acacia. La restante produzione è dominata da
tutto ciò che circonda il suo territorio e quindi dal castagno, dal rododendro
e dal millefiori di montagna.
Luca quando ha deciso di fare il blocco della covata artificiale in estate, ha
cercato di lavorare in una modalità semplice, meno laboriosa possibile,
e che permettesse alla regina, messa in isolamento, di deporre. È partito
subito con questo sistema che gli è parso adatto alla sua situazione, non
ha pertanto provato prima altri tipi di ingabbio.
La stagione apistica in montagna è concentrata, in pochi mesi le principali
fioriture si sviluppano e con gran rapidità ci si trova già a riflettere sul
trattamento tampone estivo. Terminato il raccolto del castagno, all’inizio
di luglio, una parte degli alveari viene destinata al trattamento estivo mediante blocco di covata artificiale. La restante parte rimane ancora sugli ultimi raccolti, rododendro e millefiori di montagna, che si protraggono fino
alla fine di luglio. Per stabilire a quali apiari dare precedenza al trattamento, viene condotto il controllo con il monitoraggio tramite
zucchero a velo, quest’anno sostituito con il monitoraggio tramite Varroa
Easy Check. Solo gli apiari meno infestati saranno destinati al raccolto del
rododendro e del millefiori di montagna e vengono trattati con ApiLifeVar
dopo la fine delle fioriture. Questa gestione consente di dilazionare il
lavoro del trattamento estivo, su un numero elevato di alveari, in un mese
intero.
La peculiarità della tecnica di blocco utilizzata da Luca sta nell’isolamento
della regina, non all’interno di una gabbia, ma su un favo di covata trasferito tra il nido e il coprifavo. Viene mantenuto l’escludiregina, mentre
un’apposita cornice alta 6 cm sostituisce il melario.
Luca ha lavorato con precisione nel costruirsi questo supporto. Le dimensioni permettono di ospitare il favo orizzontalmente, leggermente inclinato, in modo tale da lasciare alla regina tutto lo spazio di deposizione
su entrambe le facciate. Una scanalatura interna della cornice agisce da
appoggio per l’estremità del favo.

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