La posta dei lettori

di Samuele Colotta | Vignette di Eleonora Bechis

Buongiorno,
da quest’anno vorrei provare a utilizzare il telaio indicatore, ma nonostante le letture e i consigli ricevuti, ancora non mi è tutto chiaro, soprattutto fino a quando andrebbe mantenuto nell’alveare. Vorrei anche avere qualche suggerimento sull’interpretazione di quello che il telaio indicatore dovrebbe mostrare nelle visite, per esempio se non trovo costruzione di celle maschili cosa dovrei aspettarmi.
Grazie per l’aiuto che sapete fornire!
Simone

Buongiorno Simone,
l’idea del telaino indicatore nasce da Michele Campero, apicoltore che ho avuto la fortuna di conoscere e che ammiro molto sia come persona che come generosa figura apistica di riferimento. La tecnica da lui suggerita sorge dall’esigenza di instaurare uno stretto rapporto tra l’apicoltore e l’alveare, con l’obiettivo di
comprenderne lo sviluppo, osservando “la logica delle api, cioè quel loro sistema di vita spontaneo e appropriato all’ambiente in cui l’alveare si trova”. L’apicoltore che vuole comprendere le api e assecondare sviluppo e salute, ottenendo in cambio i preziosi prodotti dell’alveare, può avvalersi di questo strumento, ossia un telaio modificato eliminando la porzione inferiore, pari più o meno le metà del favo.
In pratica, mentre la parte superiore è costituita da un pezzo di favo contenente scorte, quella inferiore è formata da una finestra vuota, priva anche dei fili metallici dell’armatura così che le api non abbiano alcun ostacolo strutturale. Il telaio viene inserito nell’alveare tra l’ultimo favo di covata e il primo di scorte, a partire da quando la colonia trova le condizioni favorevoli che stimolano la costruzione della
cera e l’allevamento dei fuchi. Momento corrispondente all’incirca a un mese prima del periodo in cui in genere si avvia la febbre sciamatoria.

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