Mangiare o essere mangiati? I noccioli del problema – Agricoltura e api

di Eleonora Bassi

Spunti dalla conversazione della regista Alice Rohrwacher con il professore Stefano Mancuso e dall’importante conferenza sulla problematica “nodale”

L’intervista con Stefano Mancuso, professore all’Università di Firenze, direttore del Laboratorio internazionale di neurobiologia vegetale e autore di numerosi libri*, si apre con una domanda apparentemente semplice: “C’è un problema di coltivazione intensiva delle piante. Come capire quindi dalle piante come consigliare questi uomini?”. Ecco come il professor Mancuso risponde: “Il problema non è il nocciolo in sé, ma il modo di coltivarlo che è totalmente insensato al di fuori di ogni logica, se non quella del profitto immediato. L’agricoltura è tra le arti più belle create dall’uomo, è un modo di rapportarsi alla natura; l’uomo prende quello di cui ha bisogno senza deturparla. Il primo testo scritto dall’uomo era sumero (3500 a.C.) e riportava i consigli utili che un padre dava al figlio per coltivare il campo che, con il raccolto, nutrirà un’intera famiglia; questo campo dovrà rimanere fertile per le generazioni che verranno perché anche loro dovranno nutrirsi. Questo è stato il principio che ha seguito l’agricoltura fino agli anni sessanta, quando invece è diventata “industriale”. La pianta è ricondotta a un fattore di produzione come tutti gli altri, una sorta di scatola che trasforma le cose che gli fornisco (acqua, fertilizzanti) in frutti che raccolgo. Sembra paradossale, ma l’agricoltura artigianale dei
prodotti tradizionali di qualità, che tutto il mondo ci invidia e che cercano di copiare, sta per sparire in favore di questa agricoltura industriale, ferma agli anni sessanta. Il profitto che ne scaturisce, ammesso che questo esista davvero, è effimero e per pochi, i danni provocati sono di gran lunga superiori e la ripercussione è su tutti i cittadini. Inoltre, dopo la coltivazione industriale del nocciolo il terreno perderà la sua fertilità, rendendo impossibile alle generazioni future di continuare a coltivarlo.

“Noi abbiamo sempre il problema del papà sumero, ma dopo la coltivazione del nocciolo questi terreni non saranno più fertili per le generazioni future”

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