Nuove prove di efficacia dell’acido ossalico gocciolato e sublimato e valutazioni d’impatto sull’alveare – Sanità apistica

di Samuele Colotta e Andrea Fissore

Comparazione tra diverse tipologie di somministrazione e relativi possibili effetti sugli alveari e sulle prime produzioni di miele primaverile

Dalla loro comparsa (circa 130 milioni di anni fa) le piante Angiosperme si sono diversificate per attirare impollinatori specifici e realizzare l’impollinazione incrociata.

Il trasferimento del polline tra un fiore e l’altro da parte degli insetti era infatti risultato più efficiente della già utilizzata modalità anemofila (mediante vento).

Gli impollinatori, a loro volta, hanno evoluto parti del corpo e comportamenti di visita atti a favorire l’impollinazione di specifiche piante. Si tratta di un chiaro esempio di coevoluzione: due specie, o gruppi di specie, esercitano una pressione selettiva una sull’altra, così che entrambe evolvono insieme.

In Italia, il trattamento autunnale contro la varroa viene svolto dalla maggior parte degli apicoltori con i preparati disponibili in commercio a base di acido ossalico; questi possono essere somministrati sia con la formulazione gocciolata che sublimata.

Per quanto riguarda la modalità gocciolata, sul mercato sono disponibili presidi sanitari che contengono acido ossalico in polvere da miscelare con sciroppo di acqua e saccarosio oppure prodotti pronti all’uso contenenti oltre all’acido ossalico anche glicerolo.

In merito alle differenze tra questi due prodotti, alcuni studi indicano che, mentre lo zucchero ha un effetto sinergico con l’acido ossalico a partire da un’umidità minima dell’aria del 42% (umidità ottimale di somministrazione a partire dal 75%), il glicerolo esprime lo stesso effetto in maniera indipendente dall’umidità.

In un articolo pubblicato su l’apis n. 5/2020 sono descritte le precedenti prove di campo svolte dai tecnici apistici di Aspromiele sui diversi prodotti a base di acido ossalico per indagarne l’efficacia; su questo argomento, però, rimangono ancora alcune incognite e variabili da approfondire.

Materiali e metodi

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