Quello giusto per me – Di mese in mese

a cusa di Andrea Raffinetti

Da ragazzo volevo chiamarmi “El Guerrillero”, i miei amici mi chiamano “Non C’è Tempo”, gli irrispettosi colleghi sgomitanti mi chiamano “Il Muto”, perché con loro di api non parlo.

Quando Andrea Raffinetti mi ha chiesto di raccontare la mia apicoltura gli ho risposto di no. Quando mi ha offerto dei soldi gli ho risposto di sì. I soldi li ho donati a un Centro Antiviolenza. Perché anche in apicoltura ci sono i maschi malati che insinuano, perseguitano e maltrattano le donne.

Ho un’azienda in rosso e l’ansia tutti i giorni.
Tutti i giorni percepisco che la natura sta peggiorando.
A giugno sul castagno ci sono 40 gradi, in estate non piove mai, le alluvioni, anche nel Mediterraneo si formano le trombe d’aria che spazzano via tutto.

Le piante non danno più nettare.
Tutti i giorni arrivano notizie che lo confermano.
Tutti i giorni leggo che nessuno fa abbastanza per fermare questo disastro.
Che gli interessi di quelli del petrolio e del carbone sono sempre tutelati.
Mentre gli interessi della natura non hanno importanza.
E neanche i miei interessi che sono collegati con la natura.

Penso tanto alla natura che sta morendo.
Penso più alla natura che sta morendo che al mio matrimonio che sta morendo.
Con mia moglie ci evitiamo, siamo sempre più distanti.
Nei lavori noiosi ci penso ancora di più alla natura che muore.
Quando sublimo ci penso tantissimo, così tanto che sembro un pazzo.
Per fortuna oggi mentre sublimavo è arrivata la Francese Mai D’Accordo.
Parlare con lei mi ha distratto e rallegrato.
La Francese mi ha parlato di Aky, un apicoltore belga.

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