Tassonomia spicciola – I fondamentali – Fumo e leva

di Valentina Larcinese

Nell’immensità del cosmo, l’ape dove trova la sua collocazione? Lo svedese Linneo – classe 1707 – ha trovato la risposta a questo complesso quesito: conoscere, anche solo per grandi linee, la tassonomia dell’ape può essere utile per capirne meglio la biologia.

Il nome Smaland dai più verrà associato all’area giochi di Ikea a cui si ricorre per aver due ore di cessate il fuoco con la prole per poter dilapidare il proprio patrimonio o metterci sopra una lapide; a pochi verrà in mente che Smaland è il territorio svedese che ha dato i natali a Carlo Linneo, persona che doveva avere una fissa senza pari per l’ordine e l’organizzazione a cui spetta la paternità della tassonomia.

In altre parole Carlo Linneo si è preso la briga di classificare tutti gli organismi viventi in funzione delle relazioni e delle interazioni che ognuno ha con altri gruppi o specie di organismi costruendo un sistema simile a un albero (Figura 1). Se si guarda la classificazione partendo dal generale scendendo nel dettaglio si deve immaginare di percorrere appunto le ramificazioni di un albero: la categoria più alta è il regno che al suo interno ospita diversi phyla, ognuno dei quali contiene diverse classi, all’interno delle quali ci sono tante famiglie che a loro volta ospitano diversi generi e così via. Se, invece, dal dettaglio si volesse risalire al generale allora il percorso è unico: ogni essere vivente può appartenere ad un’unica categoria per ogni livello dell’albero. La Figura 2 suggerisce di immaginare questo percorso come un sistema di scatole di cinesi o di matrioske.

È pacifico il fatto che le api rientrino nel regno animale, meno intuitivo, forse, è perché fanno parte degli artropodi.

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