Api e Antropocene. Riflessioni etnografiche sui danni in apicoltura causati dall’ondata di calore di luglio 2023 – Api e ambiente

di Greca Nathascia Meloni, Ph.D.

Sardegna, 19 luglio 2023.
Sono le 19 e fa ancora tanto caldo. L’aria è irrespirabile, come stare all’interno di un forno ventilato. Una troupe televisiva mi ha chiesto di accompagnarli a fare delle riprese di api in mezzo alle coltivazioni di eucalipto. Li porto in un viale di alberi centenari, dove solitamente fa fresco anche nelle giornate più calde. Partiamo tardi, convinti di trovare un po’ di ristoro all’ombra di queste imponenti piante. Invece, appena scesa dall’auto, una bolla di calore mi riempie i polmoni, quasi impedendomi di respirare. Osservo il paesaggio e mi chiedo se anche questi alberi stiano soffrendo le temperature estreme, oppure se loro, così anziani, ne hanno ‘già viste tante’. Qualcosa di strano mi colpisce. Forse non mi ero mai accorta, forse sono sempre stata distratta, ma vedo che le foglie degli eucalipti appaiono rattrappite, imbrunite, come se fossero abbrustolite. Immediatamente una miriade di mosche ci assale, sembrano impazzite. Così aggressive che rinunciamo a filmare qui e decidiamo di spostarci in apiario. Risalgo in macchina e vedo che segna 58 ºC. Un errore sicuramente, non ci possono essere 58 ºC, tantomeno all’ombra degli eucalipti.
In apiario, noto che le api hanno un comportamento singolare. Molte volano attorno, ma non per aggredirci. Sembrano confuse, in cerca di ristoro. Dall’interno degli alveari, scende lentamente un liquido composto da cera misto a miele. Molte api versano a terra, secche o ‘impastate’ in questo liquido che cola libero. Molte
famiglie cercano sollievo nel predellino delle arnie. Non so cosa fare eccetto osservare il comportamento di queste povere colonie in cerca di salvezza.

Tra il 19 e il 24 luglio di quest’anno nel Campidano di Cagliari le
stazioni regionali di monitoraggio meteorologico hanno registrato 47,7 ºC
all’aria. Nel resto della Sardegna, le temperature hanno superato,
localmente, i 48 ºC.

Nei giorni successivi a quella che i meteorologi hanno definito un’ondata di calore
‘anomala’, sui social media sono apparsi video e foto di api, vitigni, frutta e verdura totalmente distrutti, quasi appassiti.

L’ondata di calore non è stato un fenomeno prettamente sardo, e si è manifestata in altre regioni del Sud Italia e del Mediterraneo, seguendo l’andamento di un evento
più globale legato al surriscaldamento della Terra.

In Sardegna, sebbene l’ondata di calore abbia raggiunto il suo picco il 19 e il 24 di luglio, durante tutto il periodo precedente le condizioni climatiche erano proibitive per qualsiasi essere vivente. Al mattino presto c’erano già 30 ºC e le temperature aumentavano durante il giorno sempre oltre i 45 ºC. Non c’era nessun ristoro serale,
nessun momento di tregua, nessuna umidità notturna.

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