Quadro climatico nazionale
Il cambiamento climatico è sicuramente uno dei fattori che sta minacciando la salute e la produttività delle api a livello globale. L’aumento di eventi estremi come ondate di calore e siccità, alternati a violenti nubifragi, trombe d’aria e grandinate, determina una situazione di “caos climatico” che porta le condizioni ambientali sopra il livello di tollerabilità di molte specie di api, minacciando così la loro sopravvivenza. D’altra parte, questi mutamenti climatici determinano anche degli squilibri sulla composizione floristica e sulla durata delle fioriture sia in ambienti naturali che agricoli, influenzando così le produzioni di miele. Un’analisi effettuata dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) basata sul confronto tra medie trentennali di temperatura e valutata su scala nazionale, ha dimostrato che nel nostro paese la temperatura aumenta di 0,7 °C ogni venti anni. I dati infatti passano da una media trentennale per il periodo 1961-1990 di 11,8 °C ad una media trentennale di 12,5 °C per il periodo 1981-2010 (Ispra, 2014). Un incremento annuale di 0,035 °C, pari a circa la metà del dato medio mondiale, che si attesta su un + 0,07 °C dal 1880 (Noaa Climate, 2020).
Per quel che riguarda le precipitazioni, un altro confronto tra medie di serie storiche ci mostra che nel decennio 2000-2009 la precipitazione media annua è risultata di 763 mm, con 30 mm di pioggia in meno rispetto al valore climatico del periodo 1971- 2000 (Istat 2010). D’altro canto, non solo in Italia piove meno, ma le precipitazioni presentano delle oscillazioni preoccupanti nella quantità di pioggia caduta al suolo. Ogni territorio, infatti, deve far fronte a forti piovosità e ad anni di forte carenza di acqua. Tali condizioni di incertezza e instabilità hanno un effetto diretto sulle fioriture in termini di durata e quantità di nettare prodotto. È noto a tutti, infatti, come determinate condizioni di scarsità di precipitazioni, venti e temperature estreme influenzino la quantità di nettare prodotto dalle piante e quindi le importazioni di miele da parte delle api. A queste criticità, sempre più gravi negli ultimi anni, si aggiungono quelle relative all’uso di ibridi a ridotta produzione di nettare per le semine delle maggiori piantagioni coltivate e la forte urbanizzazione del nostro territorio che in alcune zone d’Italia riduce notevolmente la disponibilità di flora spontanea.
Pertanto, il settore apistico è obbligato a fronteggiare una situazione piuttosto preoccupante considerando che l’attività produttiva si basa su risorse alimentari che derivano dall’ambiente esterno e che vengono somministrate dall’apicoltore solo come stimolo o soccorso in ridotte quantità. Sempre più frequenti sono le situazioni di produzione scarsa o nulla da parte di famiglie apparentemente in salute o di fioriture compromesse da situazioni climatiche avverse. Sarebbe quindi utile avere uno strumento che possa informare l’apicoltore delle condizioni interne e esterne dell’alveare per poter intervenire tempestivamente in caso di necessità e di poter prevedere l’andamento delle fioriture o del consumo di scorte della famiglia.
Attualmente i sistemi più utilizzati sono le bilance; sebbene estremamente utili, questi sistemi sono ancora abbastanza costosi, non sono precisi nell’identificare alcuni problemi e non permettono di valutare tutti i parametri di un alveare. Da questo contesto è nata l’idea di sviluppare un sistema economico, personalizzabile e di facile utilizzo per lo studio dell’attività interna di un alveare.
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