Banche invernali delle regine… impresa ardua ma non impossibile! – Notizie dalla ricerca

di Chiara Concari

Si moltiplicano le ricerche scientifiche e le prove di campo per cercare di conservare le api regine in banca anche in inverno. Con particolare attenzione agli eventuali impatti che il lungo confinamento potrebbe avere su salute e performance

Il difficile è ciò che si può fare subito; l’impossibile è quello che richiede un po’ più di tempo.
(George Santayana)

Conservare api regine giovani e fecondate in una banca durante la stagione è una pratica ormai comune tra gli apicoltori professionisti e non solo. Si ha la possibilità
di risolvere agevolmente eventuali orfanità e di creare nuove colonie.

E poi, diciamocelo, le banche sono piuttosto comode: poca attrezzatura e pochi accorgimenti ci consentono di conservare le nostre regine per alcuni mesi senza particolari problemi o impegno di risorse.

A fine stagione, queste banche vengono smantellate: tenerle in inverno è impresa assai ardua a causa della scarsità di api nutrici, ma soprattutto c’è il rischio che il glomere si sposti, abbandonando le regine e condannandole a morire
per congelamento.

Eppure, ci sono alcuni paesi in cui le banche invernali stanno diventando una necessità non più prorogabile per l’autosufficienza e il sostentamento delle aziende stesse. Uno di questi è il Canada, dove l’inverno dura parecchi mesi e la primavera arriva molto in ritardo, tanto che i traslarvi possono iniziare solo nel mese di maggio.

Un altro è lo stato dell’Oregon, Stati Uniti: gli apicoltori della zona portano le loro api a impollinare i mandorli in California a inizio febbraio con alveari che devono avere – per contratto – tra i 4 e gli 8 favi popolati e una regina fecondata. A gennaio, però, molte colonie possono essere orfane e le prime regine disponibili (quelle delle isole Hawaii) arrivano a febbraio, cioè troppo tardi.

Una soluzione potrebbe essere l’importazione di regine dall’emisfero australe. Importare, però, comporta dei rischi, non solo in termini di malattie (parassiti e patogeni), ma anche in termini di vitalità e fecondità delle regine: regine che viaggiano per lunghi periodi di tempo possono essere esposte a condizioni di temperatura e umidità tali da compromettere seriamente l’attività di ovideposizione.

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