Biomonitoraggio sempre più ambientale – Api e Agricoltura

di Marco Bergero e Luca Bosco

Nei numeri 2/2018 e 2/2019 di questa rivista avevamo pubblicato i dati del biomonitoraggio ambientale con le api condotto da Aspromiele durante le stagioni 2017 e 2018. La significativa e assidua presenza del glifosato nelle matrici dell’alveare (Dossier 9/2019) aveva posto una questione tuttora aperta: come è possibile il ritrovamento negli alveari di una molecola per definizione (definizione ribadita dall’Efsa nel 2017) degradabile nel suolo e poco persistente nell’ambiente?
In ambito associativo ci si era anche interrogati sull’attendibilità dei metodi analitici impiegati, da poco messi a punto per rintracciare la molecola nelle matrici dell’alveare. Con la pubblicazione del rapporto Ispra¹ sul monitoraggio delle acque nel periodo 2017-2018, di cui riportiamo qui una sintesi, i dubbi sono stati fugati. I dati ricavati da Aspromiele in Piemonte trovano riscontro con quelli ricavati dalle analisi delle acque superficiali e profonde nel nostro Paese.

“Nel biennio 2017-2018 sono stati analizzati 35.023 campioni per un totale di 2.538.390 misure analitiche, rispetto al biennio precedente, il numero di campioni è costante, ma aumenta del 29% la ricerca analitica. Cresce anche il numero delle sostanze cercate, che nel 2018 sono 426, rispetto alle 398 del 2016. Complessivamente migliora l’efficacia del monitoraggio, permane, tuttavia, una disomogeneità fra le regioni del Nord e quelle del Centro-Sud,
dove le indagini sono generalmente meno rappresentative, sia in termini di rete, sia in termini di sostanze controllate. Le indagini 2018 hanno riguardato 4.775 punti di campionamento e 16.962 campioni. Nelle acque superficiali sono stati trovati pesticidi nel 77,3% dei 1.980 punti; nelle acque sotterranee nel 32,2% dei 2.795 punti. Le concentrazioni misurate sono in genere frazioni di μg/L (parti per miliardo), ma gli effetti nocivi delle sostanze si possono manifestare anche a concentrazioni molto basse.
Il risultato complessivo indica un’ampia diffusione della presenza di pesticidi. Se è vero che in alcune Regioni la presenza dei pesticidi risulta più elevata di quella media nazionale, arrivando a interessare oltre il 90% dei punti delle acque superficiali e il 39% delle acque sotterranee, deve essere tenuto presente che nelle Regioni dove il dato è superiore alla media, c’è stata un’ottimizzazione del monitoraggio, che è diventato nel tempo più efficace e si è concentrato in modo particolare nelle aree dove è più probabile la contaminazione.

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