Contro il Nosema: storia di uno screening di principi attivi dai risultati inaspettati – Novità dalla ricerca

di Chiara Braglia e Diana Di Gioia

La ricerca è fondamentale, operando attraverso prove rigorosamente misurabili e ripetibili, nell’individuare una sostanza capace di inibire attivamente l’azione di un patogeno. Per giungere alla cura si parte da uno screening di principi attivi potenzialmente efficaci contro il patogeno, fino ad arrivare all’individuazione di una sostanza realmente efficace e di lì alla commercializzazione di un farmaco registrato, qualora anche i requisiti di sicurezza risultino soddisfatti. Anche per i patogeni delle api si utilizza lo stesso approccio

Se si parla di varroa, lo screening dei principi attivi potenzialmente efficaci può dare risultati misurabili anche con strumenti di campo, teoricamente impiegabili direttamente dagli apicoltori, mentre lo sforzo di misurazione dei risultati diventa notevole in caso di malattie causate da microrganismi, difficilmente rilevabili e quantificabili, come virus e microsporidi: in questo caso il campo non riesce a dare risposte attendibili e ripetibili e non riesce a garantire la sicurezza per cui è essenziale disporre di strumenti e attrezzature di laboratorio.

Il patogeno preso in considerazione in questo articolo è un microsporidio, il Nosema ceranae (agente della malattia Nosemiasi). Vecchia conoscenza dell’apicoltura, negli anni passati ha causato notevoli spopolamenti di alveari, spesso erroneamente classificati come effetto indiretto della Varroasi, ed è stato oggetto di numerosi tentativi di cura da parte degli apicoltori più attenti e disperati.

È bene chiarire che ad oggi non esiste alcun rimedio medicinale autorizzato ed efficace contro la nosemiasi, se non l’antibiotico fumagillina, autorizzato però solo nel continente americano e assolutamente vietato in Ue e in Italia.

Vietato, d’altronde, come qualsiasi altro principio attivo non autorizzato e auto testato dall’apicoltore.

Un medicinale veterinario è inteso come “sostanza o associazione di sostanze presentata come avente proprietà curative e profilattiche delle malattie animali, che può essere usata sull’animale o somministrata all’animale allo scopo di ripristinare, correggere o modificare funzioni fisiologiche mediante un’azione farmacologica,
immunologica o metabolica, oppure di stabilire una diagnosi medica”.

Pertanto i principi attivi elencati in questo articolo, anche quelli più naturali, NON
possono essere commercializzati né utilizzati senza l’Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC) del Ministero della salute (norma del D.Lgs 193/2006) oppure ai sensi del regolamento (CE) 726/2004, dell’UE.

Pertanto è da considerarsi illegale l’utilizzo in campo da parte degli apicoltori di tutte le sostanze che vengono menzionate in questo articolo.

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