Disopercolatura e riopercolatura: un meccanismo per la resistenza dell’ape alla varroa? – Novità dalla ricerca

di Umberto Vesco

Siamo abituati a pensare che gli acari debbano essere se non uccisi almeno spostati per essere resi inoffensivi. In realtà il loro equilibrio con l’ape è così delicato che anche la sola rimozione dell’opercolo potrebbe compromettere la loro riproduzione. Alcune popolazioni derivanti da sottospecie europee di Apis mellifera sopravvivono da molti anni senza trattamenti contro la varroa (Locke 2016; Fries, Imdorf, e Rosenkranz 2006; Le Conte et al. 2007; Seeley 2007; Locke
et al. 2012; M. A. Y. Oddie, Dahle, e Neumann 2017). Talune si sono evolute in natura, come le colonie selvatiche della foresta di Arnot nello stato di New York (USA), a contatto con l’acaro dagli anni ‘90, altre sono il risultato di esperimenti che hanno collocato un certo numero di colonie non selezionate in un luogo isolato affinché sopravvivessero solo le più adatte a convivere con la varroa, come a Gotland (Svezia).

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