Il Centro apistico belga avvia a partire da mese di ottobre, fino al febbraio 2021, questa innovativa forma di condivisione sulle modificazioni da cambio climatico, e relative conseguenze sulle pratiche apistiche e sull’ambiente
Un confronto nel tempo che si concretizzerà in un ciclo di conferenze web, video, pubblicazioni scientifiche, documenti, post sul Blog: www.Butine.info, articoli e interviste pubblicati sulla rivista edita dal Cari (Centro nazionale belga di assistenza apistica tecnico-scientifica),
Abeille & C. In ottobre si sono già realizzate due conferenze web a cura
del climatologo Philippe Marbaix e di Etienne Bruneau e sono state realizzate e pubblicate sul n° 197 di Abeille & C. le interviste a differenti esponenti apistici europei: Péter Bross (Ungheria), Lasse Hellander (Svezia), Angel Diaz, Francisco Puerta e Fernando Molero (Spagna, An-
dalusia) e con il direttore di l’apis Francesco Panella. Accogliamo con grande interesse e parteciperemo più attivamente possibile, come redazione di l’apis, a questa bella occasione di informazione, documentazione e riflessione. Quanti fossero interessati a iscriversi per partecipare alle conferenze e dibattiti (100 partecipanti massimo), e per accedere alla documentazione troveranno disponibili tutte le relative info: https://cari-evenement.com.
Ringraziamo il Cari e Abeille & C. per la notevole e ap-
prezzata disponibilità e condivisione. Provvederemo a tradurre e a pubblicare nel tempo buona parte della documentazione disponibile. A partire proprio dalla prima intervista a Péter Bross.
Testimonianze eloquenti sulla stagione apistica 2020
Parte 1 Intervista a Péter Bross.
Realizzata da Etienne Bruneau con la collaborazione di Agnès Fayet
Tratto da Abeilles et Cie n°197 | Traduzione di Chiara Concari
EB – Dice che la situazione degli apicoltori ungheresi è particolar-
mente difficile oggi. Ci può spiegare perché?
PB – In Ungheria, la stagione apistica si è conclusa dopo la fine della fioritura del girasole. È il nostro ultimo raccolto. Quindi possiamo fare un bilancio della stagione. Posso dire che in Ungheria abbiamo avuto la peggiore stagione da 50 anni a questa parte. È cominciata all’inizio della primavera, in febbraio-marzo. La stagione è cambiata. L’inverno è stato come la primavera, caldo e molto umido. Poi per tre mesi non abbiamo avuto piogge. E quando la colza ha iniziato a fiorire nella seconda parte del mese di aprile, il tempo è cambiato ed è tornato l’inverno. Ha fatto freddo, pioggia e vento. Quindi non abbiamo fatto molto miele di colza. Dopo la colza, la prima settimana di maggio, è iniziata la fioritura dell’acacia.
Bisogna sapere che alla fine del mese di marzo, l’ultima settimana di marzo,
per tutta la settimana, le temperature notturne sono scese sotto lo 0, a volte fino a -10 °C. Iniziava a gelare alle ore 21 fino alle 7-8 del mattino. Questo significa che l’80% dei primi fiori di acacia sono morti. Il restante 20%, 1.000 ettari, che non è poco, non hanno prodotto nettare perché il tempo è stato impietoso, ventoso e piovoso. Perciò, non abbiamo fatto abbastan-
za miele di acacia. Dopo l’acacia arrivano i migliori raccolti, il tiglio,
l’asclepias (milkweed), il castagno. Ma non c’era abbastanza nettare. Di
solito, il girasole resta fiorito per tre settimane. Quest’anno, solo una settimana. Gli agricoltori hanno tagliato tutto in un’unica volta perché la primavera è stata troppo piovosa. E le temperature non hanno mai superato i 25 °C durante il giorno. Il girasole ha bisogno di calore per produrre net-
tare. Ogni anno, ci sono delle colture che permettono di rientrare nelle me-
die produttive, ma non quest’anno. Abbiamo prodotto molto meno della
metà. È un anno molto triste. E l’altro grande problema, con il meteo, è stata
la perdita delle colonie. Non abbiamo avuto perdite invernali.
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