Paolo Pescia è il titolare di “Apicoltura dottor Pescia”, probabilmente l’azienda apistica più grande della Toscana. L’ho visitata in occasione di uno degli incontri aziendali realizzati a febbraio 2020 in seno al convegno dell’Associazione Apicoltori Professionisti Italiani
Paolo Pescia ha iniziato l’apicoltura nel ’64 rinunciando a un lavoro sicuro presso il colosso Solvay (fabbrica che sovrasta buona parte della costa livornese). Da quel momento non ha più abbandonato le api trasmettendo la passione e il bagaglio di competenze apprese ai membri della sua famiglia e agli apicoltori dell’associazione regionale Arpat, di cui è consigliere. Insieme alla moglie Sonia, alle figlie Sara e Ottavia e a 6 dipendenti, gestisce a Rosignano Marittimo tutta la filiera del miele e del polline, dalla produzione al confezionamento, esportando anche in Germania, America del Nord e Cina.
La scelta di gestire oltre 2000 alveari e di vendere il proprio prodotto confezionato in vasetti anziché conferirlo a un commercializzatore o a una cooperativa rappresenta una strategia piuttosto rara per un’azienda italiana di tali dimensioni. Per questo sono pochi, soprattutto in Toscana, gli apicoltori che non conoscono Paolo: pochi non hanno assistito alle sue sfuriate in livornese ai convegni apistici (sempre ben motivate), pochi non hanno approfittato della sua ospitalità per carpire qualche consiglio e insegnamento. Nonostante ciò, il 2 febbraio 2020 un nutrito gruppo di apicoltori ha preso parte alla visita aziendale organizzata dalla Profes-
sionisti. Sull’azienda dottor Pescia si potrebbero scrivere decine di
articoli e su varie tematiche; cercherò di riassumere ciò che
ha più incuriosito la comitiva dei colleghi.
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