E la natura è bellezza. E le api sono natura
Avrà ragione Dostoevskij? Sarà la bellezza a salvare il mondo? Per ora la bellezza del mondo noi uomini continuiamo a rovinarla, ne è un esempio la nostra campagna che oggi rispetto ieri è meno varia, vittima di logiche del mercato agricolo che spingono verso il ripetersi infinito di monocolture.
La nostra campagna è sempre più un deserto monocolore, dove terreni privi di sostanza organica generano monoculture sgombre di insetti, e quindi ormai senza tutti gli animali che di insetti si nutrono. Le api non hanno di che nutrirsi nella campagna di oggi e ce ne accorgiamo ogni giorno di più. Come spesso succede nel nostro settore, però, da una situazione sfavorevole, si trova uno stimolo per fare, e fare meglio.
Diciamocela tutta, le cose troppo facili non sono per gli apicoltori.
Succede che nella vallata del Ticino, gli operai del Consorzio irriguo diserbano i canaletti di irrigazione senza il minimo riguardo per le fioriture in corso, con inevitabile effetto visivo devastante di corsie seccate, e altrettanto grave danno alle api. Sento Aspromiele, la mia associazione apistica, e contattiamo il responsabile del Consorzio, molto amichevolmente convochiamo un tavolo di discussione con Coldiretti, Ente Parco del Ticino, il Consorzio e il sindaco di Oleggio (NO) che è il Comune dove risiedo. A rappresentare Aspromiele, Nino Scacchi (il professionista), io (l’amatoriale) e Andrea Raffinetti (il tecnico di zona). Dalla discussione emergono temi molto interessanti, di cui si tratta spesso, pesticidi, avvelenamenti, erbicidi, ma in particolare emerge la quasi totale sparizione dei pascoli per gli impollinatori. Cosa impensabile per i tempi della politica, il Comune di Oleggio convoca una riunione progettuale/operativa dopo tre giorni.
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