La leggenda della Partita a Scacchi – Apicoltura

di Corrado Bordignon

Nel 1454 fu scelta una partita a scacchi al posto di un sanguinario duello. Vennero chiamati per onorare l’evento i rappresentanti delle principali professioni di allora. Nella rappresentazione di quest’anno c’era un nuovo importante personaggio

La leggenda della Partita a Scacchi risale al lontano 1454, quando Marostica (VI) era una delle fedelissime della Repubblica di Venezia, ed il suo governo era retto da un podestà nominato direttamente dalla città di San Marco.

Si narra che proprio in quell’anno due valorosi guerrieri, Rinaldo D’Angarano e Vieri da Vallonara, si innamorarono perdutamente della bella Lionora, figlia del Castellano
Taddeo Parisio, e per la sua mano si sfidarono a duello, come era di costume di quei tempi.

Taddeo Parisio, che non voleva perdere nessuno dei due valenti giovani, impedì il cruento scontro rifacendosi a un editto di Cangrande della Scala di Verona, emanato
poco dopo la tragica vicenda di Giulietta e Romeo, e confermato e aggravato dal Serenissimo Doge.

Decise quindi che Lionora sarebbe andata in sposa a quello tra i due rivali che avesse vinto la partita al nobile gioco degli scacchi; lo sconfitto sarebbe divenuto ugualmente suo parente, sposando Oldrada, sua sorella minore, ancora giovane e bella.

L’incontro si sarebbe svolto in un giorno di festa nella piazza del Castello da basso, con pezzi grandi e vivi, armati e segnati delle insegne di bianco e di nero, secondo le antichissime regole imposte dalla nobile arte, alla presenza del Castellano, della sua affascinante figlia, dei Signori di Angarano e di Vallonara, dei nobili delle città vicino e di tutto il popolo.

Decise anche che la sfida sarebbe stata onorata da una mostra in campo di uomini d’arme, fanti e cavalieri, fuochi e luminarie, ballerine, suoni e danze

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