Mai una gioia – Quattro capriole di fumo

di Valentina Larcinese

Lo sappiamo qual è la vita e la reputazione dei fuchi. Anche von Frisch non è stato clemente nei confronti dei fuchi, tant’è che le parole utilizzate per loro sono: “… i fuchi «affamati, grevi, pigri e stupidi» […]. Essi non si preoccupano affatto di raccogliere il nutrimento poiché la natura non li ha attrezzati a tale scopo.

La maggior parte si accontenta di richiedere quanto loro spetta dalle provviste generali, facendosi alimentare dalle operaie. Il loro cervello è più piccolo di quello delle operaie e della regina, quindi sulla inferiorità psichica del sesso maschile non vi è dubbio alcuno. L’unico compito dei fuchi è quello della fecondazione della regina. […] ogni famiglia ne alleva parecchie centinaia, ma la maggior parte di essi vien meno allo scopo della sua esistenza; la natura opera talvolta con opulente generosità e poi lascia perire”.

Sostanzialmente la vita di un fuco ha due possibili epiloghi:

• immolarsi per la causa della sopravvivenza della specie;
• morire di fame, freddo e altre disgrazie fuori dall’alveare a causa dello sfratto
esecutivo che la colonia gli impone a fine stagione.

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