L’apicoltura rappresenta per l’Italia un settore di nicchia, che riveste tuttavia una certa importanza dal punto di vista economico, con una produzione nel 2021 di circa 13.100 tonnellate di miele per un valore di 136 milioni di euro (Osservatorio Nazionale Miele, 2022). Il settore sta però affrontando un periodo travagliato, sia a causa dei cambiamenti climatici che hanno conseguenze dirette sulle produzioni, sia per le incertezze del mercato. L’analisi economica delle aziende produttrici di miele sta quindi assumendo un’importanza crescente: gli imprenditori devono gestire e utilizzare in modo efficiente i fattori della produzione, cercando di contenere il
più possibile i costi e di ottimizzare i ricavi derivanti dalla vendita dei prodotti dell’alveare
L’obiettivo di questo articolo è di valutare la redditività e stimare i costi di produzione del miele all’ingrosso per tre aziende piemontesi associate ad Aspromiele.
Lo studio ha utilizzato due diversi strumenti: il bilancio economico globale e il costo di produzione. Il bilancio economico prende in considerazione l’azienda nel suo complesso e permette di raccogliere e confrontare i ricavi e i costi di un esercizio al fine di calcolare il risultato della gestione.
Questa tipologia di bilancio non segue le regole del bilancio civilistico/fiscale ma è uno strumento di valutazione e controllo per le imprese senza obblighi di bilancio
(come quelle agricole), in quanto calcola il reddito netto dell’imprenditore concreto, che rappresenta il compenso per tutti i fattori interni apportati insieme al profitto.
Nel presente studio si riportano i risultati del bilancio economico consuntivo con dati tecnici e prezzi del 2020 per tre casi di studio individuati sul territorio piemontese, restituendo come risultato conclusivo il reddito di lavoro orario che corrisponde al reddito spettante all’imprenditore e ai suoi famigliari per la manodopera apportata e anche per il tempo dedicato alle attività di organizzazione e gestione al lordo del profitto.
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