Miele: dal melario al vasetto – Primi passi per… non ronzare a vuoto

di Veronica Maio

Mio marito Riccardo è il miglior operaio che abbiamo io e mio papà Oliviero. È il più economico, nonché l’unico.

Ci aiuta a staccare i melari, a spostare gli alveari sulla fioritura del castagno e mi dà una mano a smielare. In cambio, si accontenta di una spaghettata di pesce ogni tanto.

Mi ripete sempre che la natura lo odia, ha molte allergie e non sopporta granché le punture di api; nonostante questo non manca mai di aiutarci.

Il primo periodo della stagione per cui abbiamo bisogno della sua collaborazione è quando arriva il momento di staccare i melari, cioè quando il miele è maturo.

Ma come capire se è arrivato il momento giusto?

La cosa migliore sarebbe avere un mielometro. Il miele è maturo e non fermenterà quando la sua umidità è minore del 18%. Nel nostro caso, in genere, il momento migliore di staccare i melari è 7-10 giorni dopo la fine del flusso nettarifero.

Molto, però, dipende dal tipo di miele e dai fattori climatici. Il melario deve contenere favi opercolati in modo omogeneo almeno fino alla loro metà.

Per sicurezza posso fare la prova del nove: scrollando un telaino pieno di miele, questo non deve gocciolare. Per liberare i melari dalle api, spesso gli apicoltori che hanno molti alveari usano solo il soffiatore; io, tuttavia, consiglierei a tutti di usare
quest’ultimo in combinazione con le tavolette apiscampo.

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