In anni in cui sembra che il grosso del lavoro di un apicoltore si sia ridotto al nutrire, meglio soffermarsi ad analizzare la questione.
Quando è tempo di nutrire con lo sciroppo? A cosa serve la nutrizione liquida? Con che criterio decido se nutrire o meno un alveare? Va bene nutrire a tutto spiano o possono esserci delle controindicazioni? Cos’è il saccheggio? Come lo evito? Andiamo con ordine.
Come si prepara lo sciroppo? La mia ricetta è indicativamente questa:
• 25 chili di zucchero,
• 17 litri d’acqua calda che corrispondono, all’incirca, a un secchio da 25 chili di miele (non pieno all’orlo),
• aglio in polvere (a piacimento).
Metto tutto in una cisterna d’acciaio munita di rubinetto e mescolo usando un trapano miscelatore (come quello che usano imbianchini e muratori).
Mio padre aggiungeva alla ricetta anche un litro di aceto rosso, perché così si faceva ai suoi tempi. Ora la scienza ci ha spiegato che per non aumentare l’Hmf che riduce la vita delle api non va acidificato lo sciroppo e non bisogna superare i 25 °C per sciogliere lo zucchero nell’acqua.
A 25 °C ci vogliono 5 minuti circa di rimescolamento.
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