Nuvole bianche: come i neonicotinoidi alterano il sonno delle api- Novità dalla ricerca

di Maria Bortot

O sonno, o de la queta, umida, ombrosa
notte placido figlio; o de’ mortali
egri conforto, oblio dolce de’ mali
si gravi ond’è la vita aspra e noiosa;
soccorri al core ormai, che langue e posa
non have, e queste membra stanche e frali
solleva: a men ten vola, o sonno, e l’ali
tue brune sovra me distendi e posa.

Ov’è ‘l silenzio che ‘l dì fugge e ‘l lume?
E lievi sogni, che con non secure
vestigia di seguirti han per costume?
Lasso, che ‘nvan te chiamo, e queste oscure
e gelide ombre invan lusingo. O piume
d’asprezza colme! O notti acerbe e dure!
Giovanni Della Casa (1503-1556)

In Trentino, la fioritura dei meli è una visione spettacolare: filari a geometria parallela, coperti di spuma bianca.

Se ci camminate attraverso, il vostro naso è dolcemente stuzzicato dal profumo delicato, i vostri occhi sono pieni di cielo e montagne. Per una romantica come me, vedere questo spettacolo riempie i sensi: tutto è pace e connessione con la natura. Per l’apicoltore invece questa fioritura è un’opportunità.

Anzi meglio, in alcuni anni vedere le distese di meli in fiore in una giornata di sole, con la temperatura giusta, fa nascere un sorriso sui volti stanchi: sì, ci sarà miele nei favi quest’anno.

Quando i primi giorni di aprile fanno capolino, mio padre si prepara: le arnie vengono caricate sul camion all’imbrunire, qualche ora di sonno e si parte all’alba. Qualche fetta di torta, pane e formaggio, frutta e un thermos di caffè preparati da mia madre a fare compagnia nel viaggio verso la Val di Non.

Io dormo, svegliarmi presto non è esattamente il mio forte. Mio padre guida, canticchia le canzoni degli alpini. D’altronde, stiamo andando in montagna. Metteremo le arnie nei meleti, le api impollineranno i fiori aperti e a settembre ci saranno mele.

Ma quando arriviamo c’è una sorpresa sgradita: il proprietario del meleto, sul trattore e senza maschera, immerso in una nuvola bianca di sostanze nocive nebulizzate.

Sta trattando in piena fioritura sperando di ottenere, come dice il proverbiale detto, “la botte piena e la moglie ubriaca”. Quel giorno, non si scarica nessun alveare dal camion, mio padre non canta più, ha gli occhi fissi sulla strada del ritorno.

Questo episodio è accaduto ormai alcuni anni fa, molto prima della messa al bando della UE dei principali insetticidi neonicotinoidi. Ma sono ancora le sostanze chimiche insetticide più usate e irrorate nel mondo.

Nel 2020, si è stimato che i neonicotinoidi – un quarto circa del totale degli insetticidi irrorati a tutt’oggi – corrispondano a un valore di mercato pari a 1 milione
di dollari l’anno (Tasman et al., 2020).

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