
Narra la leggenda che Michelangelo davanti al suo imponente Mosè, convinto che fosse di un realismo tale da mancargli solo il dono della parola, assestò una sonora martellata al ginocchio gridandogli “Perché non parli?”. Ecco, se sperate di avere risposte chiare, immediate e inequivocabili da quel meccanismo perfetto che sono le colonie di api non prendete a martellate gli alveari ma piuttosto cercate di capire
La primavera è arrivata, gli uccellini cinguettano, i fiori sono un tripudio di colori e odori… ma le famiglie stanno lì che non crescono.
Come mai?
Ora, se la primavera è arrivata solo sul calendario, e voi vi siete fatti un film nella testa, è inutile sperare in una crescita: le api, se non hanno le condizioni giuste, non mettono a rischio la propria cuticola avviando l’onerosa attività dell’allevamento massiccio della covata. È possibile, però, osservare le prime rose di covata a partire dal tardo inverno. In queste situazioni il problema maggiore è la termoregolazione: aumentare il volume e l’area di covata, anche se di poco, può comportare un costo energetico notevole, soprattutto per le colonie non troppo popolose.
La questione è geometrica: se aumenta il diametro, la superficie del glomere aumenta con il suo quadrato e di conseguenza il volume con il suo cubo. Quindi, più grande è il glomere e più è complicato mantenere la temperatura. È evidente che le temperature notturne basse e la conseguente contrazione del glomere limitino l’estensione della covata delle colonie piccole.
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