Quando i nodi vengono al “nocciolo” – Agricoltura e api

di Eleonora Bassi

Come e perché anche le api rischiano di finire “triturate” dalla crescente domanda di nocciola nel mondo. Nuovo capitolo della nostra inchiesta redazionale, avviata sul numero 3 di l’apis con il contributo di Luca Bosco “La variabile nocciolo”

Aumenta la domanda dell’industria dolciaria di trasformazione della nocciola e, in misura minore, aumenta il consumo della frutta a guscio per motivi salutistici. Di pari passo, quindi, è cresciuto anche l’interesse degli agricoltori a cui questa coltura, fino a pochi anni fa marginale, è stata presentata come la nuova opportunità alternativa a produzioni frutticole che sono oggi tutte in crisi di redditività.

“C’è un impulso positivo per la corilicoltura (…). La domanda è forte, ma l’offerta al momento è ancora insufficiente a coprirne il fabbisogno. C’è ancora possibilità di crescita e l’opportunità è ghiotta” (Valerio Cristofori, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell’Università della Tuscia, fonte Agronotizie).
Sulla base di dati FAO, in poco più di cinquant’anni la superficie mondiale dedicata a questa coltura è raddoppiata e, parallelamente, la produzio-
ne è quadruplicata (Figura 1), anche grazie all’incremento delle rese produttive, ottenuto con l’intensificazione delle coltivazioni e un maggiore impiego di fertilizzanti, pesticidi e di acqua irrigua.

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