Senti chi parla – Quattro capriole di fumo

di Valentina Larcinese

Il primo che riuscì a interpretare il linguaggio delle api fu Karl von Frisch nell’estate del 1944.

Osservando le api attraverso i suoi esperimenti, notò che l’ape, una volta individuata la fonte alimentare, e smesso di danzare, non partiva seguita dalle sue compagne.

Sembrava essere un’assurdità: l’idea più semplice che si potesse formulare era che la danzatrice facesse da guida alle colleghe, un po’ come fanno le formiche che seguono una dietro l’altra la traccia della formica che guida la colonna. Ma i fatti
smentivano l’ipotesi.

Von Frisch comprese che un’ape operaia, per mezzo della danza, è in grado di informare le proprie sorelle sulla direzione e la distanza di una fonte abbondante di
cibo e le ricevitrici del messaggio sono in grado di raggiungere il punto indicato in totale autonomia.

Fu una scoperta rivoluzionaria che contribuì alla fondazione di una nuova branca della biologia: l’etologia. Gli altri fondatori di questa nuova disciplina furono Konrad Lorenz e Niko Timberger, che però non si occupavano di api.

Per i loro risultati scientifici questi tre studiosi furono insigniti del premio Nobel per la medicina e la fisiologia nel 1973. L’allievo più brillante di von Frisch, Martin Linduaer, capì che quella danza decodifica anche le informazioni per la ricerca di nuovi nidi di nidificazione durante la sciamatura e che quella lingua, sebbene parlata con altri dialetti, era comune a specie differenti di api.

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